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Torino, 2 marzo 2010

 

Libreria Legolibri

 

Eleonora Degasperi

 

La logica dell’amore

 

 

Questa stasera si parlerà dell’amore, ma non l’amore come viene comunemente inteso, come quel sentimento inspiegabile, quella passione travolgente e quella emozione fortissima che non sembra essere spiegabile razionalmente perché troppo universale e misteriosa per potergli dare una definizione chiara ed evidente. Tutti pensano che l’amore esiste da qualche parte nascosta e sconosciuta e che solo improvvisamente e involontariamente investe l’uomo di tutte quelle bellezze, sfumature e particolarità che possono essere condivise solo con un’altra persona. L’amore solitamente viene definito come emozione, sensazione, sentimento, ciò che anima l’uomo, unica passione capace di rendere felici e di rendere migliore ogni aspetto della propria vita. Si pretende di vedere l’amore come quell’essenza nascosta da qualche parte, quell’entità dotata quasi di poteri magici, quella parte dell’anima dotata delle più dolci qualità che è in grado di risolvere tutti i problemi, di colmare tutti quei vuoti e tutte quelle lacune che ognuno prova quando si sente solo. Nell’amore viene visto, infatti, come prerogativa assoluta, l’unicità della coppia, cioè la possibilità di sentirsi unico agli occhi dell’altro; la convinzione di essere l’unica desiderata e desiderabile fa della donna una persona molto più sicura e l’idea di non esserlo più è ciò che potrebbe con buone probabilità, minare la solidità della coppia.

Il titolo di questa conferenza è la logica dell’amore. Ma perché logica dell’amore? Il titolo sottolinea il fatto che l’amore non può più essere ritenuto come qualcosa di inspiegabile e misterioso, ma come qualcosa di razionale e logicamente costruito dal pensiero, proprio come le proposizioni che si usano per parlare di esso. La logica infatti è la disciplina che studia il pensiero, il ragionamento e con essa si possono cogliere tutte quelle deduzioni, induzioni, implicazioni e conclusioni che generalmente nel discorso non vengono individuate perché ritenute evidenti, naturali e scontate. Ritenendo una certa inferenza scontata e naturale si perde il significato e il ruolo che essa, all’interno del proprio discorso, può avere. Per questo è importante cogliere ciò di cui è fatto il discorso, le fantasie che lo pilotano e le convinzioni che ne stanno alla base.

Nell’amore il ruolo delle proprie fantasie e delle proprie credenze è fondamentale. Le fantasie di un discorso sono tutte quelle scene e quei film, che vengono costruite dal soggetto; sono scene inconsapevoli, costruite grazie alle prime informazioni che vengono acquisite dalla persona, sono idee che pilotano i comportamenti e le considerazioni in un modo tale che il soggetto non ne coglie la sua diretta responsabilità, anche se in un certo senso sono solo avvertite dalla persona, nonostante essa non le dia una spiegazione o non si chieda il perché di queste sensazioni; la persona le costruisce a partire da certe occasioni che in lei hanno riscosso un particolare travolgimento, il quale è stato utilizzato come criterio di valutazione di ogni evento; ma questa emozione e questo criterio sono diventati così automatici e consequenziali che rimangono velati e nascosti dietro ad altre considerazioni e ad altri pensieri più superficiali.

Le fantasie vengono costruite a partire da una certa premessa e si sviluppano con l’intenzione di portare come conclusione la veridicità della premessa di partenza. In che senso? Se si pensa facendo riferimento alla logica il discorso può essere un po’ più chiaro. Quando io parto da una certa premessa, ovvero una certa convinzione di partenza, chiamiamola A, per poter svolgere il ragionamento, io inserisco diversi passaggi, i quali devono essere coerenti con la premessa perché possano essere ritenuti veri, questo insieme di passaggi possiamo chiamarlo B. Ovviamente questi passaggi devono portare ad una conclusione, a C, e questa conclusione per poter essere accolta dev’essere coerente con i passaggi precedenti. Logicamente il discorso può essere sintetizzato come: se A allora B e se B allora C, allora, se A allora C, dove i passaggi vengono in un certo senso rimossi e dove non rimane altro che la premessa di partenza e la conclusione, che serve solo a rafforzare la veridicità della premessa. Il problema sorge quando al ruolo della premessa A gli si affida un verità indimostrata, ovvero quando la si considera come un assunto incontestabile senza darne una ragione razionalmente valida. Se il ragionamento parte da una premessa arbitraria ciò che ne conseguirà sarà uno sviluppo totalmente arbitrario, cioè un tipo di ragionamento che vale quanto il suo contrario e la cui validità potrà provarsi solo assumendo la veridicità della prima premessa per scelta e non per necessità.

L’amore viene inteso come ricerca dell’attuazione delle proprie fantasie – intese come i desideri, paure, sicurezze e insicurezze, che permettono alla persona, sulla base di esse, di costruire la storia perfetta e di potersi aspettare dall’altro tutto ciò che sarà necessario per costruire tale l’ideale. Tutti sanno più o meno descrivere cos’è l’amore. Ne si parla da sempre, è il soggetto per eccellenza di moltissimi filosofi, poeti, registi, romanzieri, cantanti e religiosi. Ma tutti tendono solo a descriverlo o se tentano di darne una spiegazione si riducono alle solite banalità e alle solite conclusioni che vedono nell’amore qualcosa di inspiegabile e misterioso o qualcosa che deriva direttamente da Dio o dalla natura. Io vorrei sfatare questo mito. Tenterei invece di dimostrare che l’amore non è qualcosa di magico come lo si preferisce pensare, ma che, come concetto, è qualcosa costruito direttamente dal pensiero.

Quando ci si innamora o si sta insieme a qualcuno è fondamentale il ruolo delle proprie fantasie, perché queste pilotano il proprio comportamento in una direzione piuttosto che in un’altra; e si sa, in amore basta poco per mandare tutto a rotoli e quindi su questo c’è bisogno di una particolare attenzione. Sostanzialmente sono le stesse fantasie che influenzano ogni aspetto della vita, ma nell’amore sono fondamentali perché ci si aspetta un miglioramento che solo l’altro può dare e che solo dall’altro ci si può attendere. Si pensa generalmente che tutto ciò che si è sempre pensato dell’amore e delle varie storie d’amore sia garantito dal fatto che c’è qualcuno che possa mettere in atto al posto mio le mie aspettative. Si delega all’altro la responsabilità di attuare e materializzare le proprie fantasie e i propri desideri. Se queste venissero meno, la colpa non sarebbe mia, ma dell’altro, in quanto non è stato in grado di assecondare le mie richieste e i miei bisogni.

Ma che cosa succede quando ci si innamora? Perché una donna si innamora per esempio? In una relazione è importante l’aspetto secondo cui, nella donna, viene a concretizzarsi quell’idea di essere l’unica per il suo uomo; essendo l’unica per il suo uomo si sente più sicura e questa sicurezza, connessa all’idea di unicità, è riferibile alla questione della possibilità di avere la situazione sotto controllo. Perché una donna si sente sicura quando sta con un uomo, quando quindi non è più da sola, ma è nella condizione di poter condividere la sua vita con un altro, sul quale ripone tutta la sua felicità e la sua fiducia? E qual è la condizione perché una donna si innamori? A questo punto è indispensabile parlare del ruolo che ha all’interno della relazione amorosa, ma non solo, il desiderio. Tutti sanno che l’amore implica un desiderio dell’altro, cioè ci si innamora quando si desidera stare con quella persona e perché questa persona raffigura pienamente il desiderio di essere amati e di amare. Ma su cosa punta questo desiderio? In che modo la donna si rende desiderabile all’uomo? Una cosa che tutte le donne sanno, ma di cui raramente si rendono poco conto o a cui raramente danno l’importanza dovuta, è che il desiderio dell’uomo è diverso da quello loro: la donna ha il desiderio di creare quell’ideale di storia romantica che da sempre, pezzo per pezzo ha costruito attraverso esempi di favole o di luoghi comuni, ha il desiderio di controllare il suo uomo, di creare quella situazione ideale per cui lei sia importante e unica per lui come lui lo è per lei. L’interesse dell’uomo, e soprattutto l’obiettivo del suo desiderio è un altro. Questo cade principalmente sul corpo della donna. Non è del tutto singolare, infatti, il fatto che la donna per attirare un uomo a sé sfoderi tutte le sue armi seduttive, ovvero la sua femminilità e la sua bellezza, con l’intenzione di risultare l’unica interessante e seducente agli occhi dell’altro, l’unica per cui valga la pena darsi da fare. La donna in un certo senso, sa che il desiderio dell’uomo punta soprattutto alla sfera sessuale, nel senso che, una donna si accorge subito se c’è un interesse da parte dell’uomo se questo mostra un desiderio sessuale nei suoi confronti. Questo ha il privilegio di incoraggiarla, di rasserenarla e di renderla più sicura di se stessa tanto da apparire più rilassata e serena anche di fronte agli altri. Ma perché? In realtà non è così difficile da capire. Se ci si pensa bene, l’obiettivo femminile è quello di soddisfare le aspettative dell’uomo e di creare, in questa maniera, quel benessere all’interno della coppia, al fine di evitare che il suo sguardo si rivolga altrove, ma che rimanga sempre fisso su di lei, di modo che venga acquisita una sicurezza molto forte.

Una donna circondata da uomini sicuramente si sentirà a suo agio e, anzi, si sentirà sicuramente dotata di molta bellezza e fascino; sarà sicura per il fatto che si rende conto di avere l’attenzione per sé e avendola per sé, prova una sensazione di controllo semplicemente per il fatto che è consapevole che il desiderio degli uomini, in quel momento è su di lei e non su altre. L’idea che per esempio un uomo guardi qualcun’altra è una cosa che fa imbestialire la donna, le fa dare di matto; per lei è una cosa totalmente inammissibile; tanto più se si trattasse di tradimento, che non tollererebbe mai. Ma perché? Qui entra di nuovo in gioco l’aspetto della sua unicità nei confronti dell’interesse del suo lui. Notando nell’altro un interesse che non è più solamente per lei, ma anche per qualcun’altra, la donna si rende conto di non avere più la situazione sotto controllo, si sente sfuggire quel potere che aveva acquisito attraverso il controllo del suo desiderio, una cosa che per la donna non è ammissibile, soprattutto perché questa idea del potere è troppo persistente nella sua logica di coppia, lui è e dev’essere solo suo. Successivamente la donna si sente molto meno sicura, impacciata, piena di dubbi e senza risposte, a volte incolpa se stessa, altre volte il partner.

Una donna che vede il suo uomo con altre donne, le quali possono essere semplicemente sue amiche, niente di più, ma con le quali si sente a suo agio, ride e scherza come fa con i suoi amici maschi, si ingelosisce subito, vede nel suo atteggiamento e nei suoi interessi un qualcosa di incontrollabile, e prova subito quella sensazione di insicurezza che la porta ad agire puntando tutto sulla sua irresistibilità e sulla sua femminilità, per ricordare, in un certo senso, che è lei quella sulla quale vale veramente la pena porre tutte le attenzioni. L’idea che ci possa essere un’altra donna che cattura l’interesse del suo uomo la fa irritare, ma non tanto nei confronti del suo uomo, anche, ma soprattutto nei confronti delle altre donne. Il problema infatti non è tanto lui. Le altre donne sono un ostacolo per lei, con le quali entra subito in una forte competizione; non è un caso che, quando in un gruppo arriva una nuova ragazza, questa difficilmente viene subito accettata dalle altre donne, come invece, al contrario, viene subito messa a suo agio dagli uomini. Anzi, è molto più frequente che tra le amiche si cerchi si instaurare una situazione che per la nuova arrivata è scomoda, disagevole, per poter così arrivare al punto di escluderla totalmente. Si crea quella competizione femminile per cui non è ammissibile che un’intrusa prenda il posto delle altre ragazze cercando di metterle in secondo piano; e se questo mai accadesse, oltre alla fortissima sensazione di sconfitta, è molto probabile che si abbandoni la vecchia compagnia per tentare di ricreare altrove la situazione in cui lei era al centro di tutto, e non una al pari delle altre. Se questa nuova ragazza, invece, è abbastanza bella e seducente e quindi abbastanza forte all’interno di questo gioco competitivo, potrebbe anche diventare un’amica, al fine di creare così quel legame che, in un certo senso, protegge da un possibile attacco, un attacco che mirerebbe alla messa in gioco del ruolo che occupava la donna all’interno del gruppo, una posizione di superiorità e di controllo sui loro desideri. La possibilità che la sua posizione venga messa in pericolo da una nuova arrivata comporta o il totale isolamento di quest’ultima, con la conseguenza di una totale arroganza e indisposizione nei suoi confronti, o la creazione di un legame che in un certo senso tuteli le posizioni acquisite precedentemente all’interno del gruppo.

Ma perché capita tutto questo? Nel senso: perché la donna si sente sicura se e solo se è corrisposta, quindi sicura del controllo del suo uomo? Non potrebbe avere questa sicurezza senza che ci sia qualcuno a cui affidarla? Non potrebbe averla anche se fosse sola e senza potere su nessuno? In questo contesto si deve inserire ancora una volta il ruolo che giocano le fantasie della persona all’interno del rapporto. Se ci si pensa bene, ogni rapporto viene costruito sulla base di aspettative, desideri e paure che sia da una parte che dall’altra sono presenti in forma più che solida, ma che spesso possono essere diverse e contrastanti.

È facile vedere come in realtà l’idea di amore corrisponda più alle fantasie della persona che ad una qualche entità divina o naturale. In altre parole, in un qualsiasi amore, felice o turbato che sia, le cose non succedono a caso, hanno un perché e una causa, ma questa causa non può essere attribuita al destino o alla cattiveria dell’altro; lo svolgimento di una certa situazione dipende molto spesso da comportamenti, da reazioni, da pensieri, da considerazioni che anche se ritenute ovvie, spontanee, giuste o sbagliate possono modificare l’interesse e gli obiettivi dell’altro. Una ragazzina o una donna che lamentano il perenne fallimento delle loro storie non può essere sempre attribuibile all’incapacità o alla perfidia dell’altro, perché come si suol dire le cose si fanno in due, non è sempre dell’altro la responsabilità e la colpa. Ci sono motivi ben precisi, che anche se non sono individuabili, esistono e vivono nel discorso della persona, che la fanno agire in un modo piuttosto che in un altro, che la fanno arrivare a comportamenti eccessivi o a comportamenti remissivi, o che la fanno muovere in un modo la cui causa può essere inconsapevole, ma di cui è fondamentale capirne il motivo, per evitare che le stesse cose si ripetano all’infinito così come i suoi fallimenti.

Se, quindi in amore, quello che corrisponde al suo sviluppo non è altro che il tentativo di realizzare delle proprie fantasie, allora si può dedurre che, in realtà, quello che si cerca in una storia d’amore è proprio l’attuazione di queste fantasie, ovvero la concretizzazione delle proprie aspettative circa il proprio ideale. Questo tentativo di realizzare il proprio ideale di amore è molto frequente, nel senso che spesso e volentieri l’uomo di cui ci si innamora o per cui si lotta al fine conquistarlo, non è l’obiettivo, ma piuttosto è il mezzo per l’attuazione delle proprie fantasie, del proprio ideale amoroso, costruito ad arte assieme ad altre fantasie, che a loro volta avranno un’altra funzione all’interno di questo ideale e del discorso della persona. È molto probabile infatti che una donna voglia avere un uomo per il semplice fatto di poterlo esibire. Esibendolo lei è come se sottolineasse la sua importanza e superiorità anche di fronte alle altre donne, soprattutto se queste, per la maggior parte, sono senza un compagno. E questo è un modo per soddisfare una fantasia, tra l’altro molto comune nella donna: mostrando il proprio uomo si prova una sensazione di supremazia e di sicurezza nei confronti delle altre, che stimola ancora di più l’amore che la donna prova per il suo uomo in quanto, è grazie a lui che può permettersi, per così dire, il lusso di sentirsi la migliore e la presunzione di sentirsi la più attraente; l’idea di avere un uomo e di poterlo mostrare e la conseguente convinzione di essere abile nella seduzione, di essere bella, importante, migliore di altre, sottolinea molto bene come in realtà la fantasia di potere venga poi ad estendersi non solo più all’ambito amoroso ma anche in altri ambiti della sfera sociali.

Quali sono dunque le fantasie più comuni nel discorso di una donna? Come abbiamo già detto l’obiettivo della donna è quello di avere un controllo sul suo uomo, ma non sul suo uomo in quanto tale, ma sul suo desiderio e dal momento che la donna sa benissimo, anche se a volte tenta di non ammetterlo, che il desiderio dell’uomo è un desiderio sessuale, e allora il suo controllo punterà sul suo desiderio sessuale. Controllando il suo desiderio si sente in una posizione di forza, perché sa che riuscendo a mantenerlo otterrà un controllo anche in altri ambiti del rapporto. Ma questa fantasia di potere viene a manifestarsi solo quando la donna è sicura di aver ottenuto un controllo sul suo desiderio sessuale. Se non ne fosse abbastanza sicura non si esporrebbe oltre il dovuto, in quanto non totalmente certa di averlo in pugno. Anzi, è molto probabile che se questa sicurezza le mancasse tutto quello che ne segue salterebbe subito, non si realizzerebbe mai. Un’altra fantasia che è abbastanza comune nelle persone, è la fantasia di abbandono. Questa fantasia di abbandono non è altro che la spiegazione all’esempio che avevamo fatto sulla ragazza che lamentava sempre il fallimento dei suoi rapporti. Quando nel discorso di una persona, si viene a installare questo tipo di idea, diventa anche facile capire come mai molti dei suoi comportamenti e delle sue storie portino a volte a risultati fallimentari e negativi. Mantenendo come fantasia e come idea principale la paura di essere abbandonati dal partner, spesso e volentieri si finisce per arrivare a realizzare questa paura. In realtà la paura e il desiderio sono semplicemente attrazioni verso qualcosa, ovvero c’è una determinata situazione o scena che attrae l’attenzione in modo tale che la persona arrivi a concretizzarla per poter dare una conferma al suo discorso. Questo tipo di fantasia non è difficile da individuare nel discorso di una persona, perché molte delle cose che vengono dette o fatte, fanno riaffiorare nel discorso una sorta di ritorno continuo alle stesse questioni e alle stesse problematiche di fondo. Il fatto che questa paura sia così forte nella persona e il fatto che immancabilmente succeda qualcosa per cui la convinzione delle proprie debolezze e fallimenti si radichi e si confermi sempre di più, non è del tutto singolare. È importante cogliere la concomitanza delle proprie paure e idee con le esperienze avute e le situazioni vissute. È inutile far finta di niente e dire di aver fatto tutto il possibile per migliorare la situazione, perché evidentemente, qualcosa è successo, qualcosa si è detto o fatto per far andare le cose in un modo piuttosto che in un altro, e questo qualcosa è rintracciabile nella logica del discorso, ovvero nella costruzione di un certo pensiero o fantasia che mira sempre alla stessa conclusione, quella di essere abbandonati e magari anche ingiustamente.

È importante infatti, tenere in considerazione che ogni persona, la sua storia di vita e le sue esperienze sono frutto di ciò che pensa e di ciò che crede. Ognuno di noi non si comporta in modo sconnesso a ciò di cui è fermamente convinto. Ogni storia di vita è la storia di un pensiero, di un discorso e ogni discorso è composto da convinzioni, credenze, valori, idee che sono quelle che pilotano e che hanno forza su tutto il suo sistema di vita. Pensare che le proprie esperienze siano frutto del caso non avvantaggia nessuno, ma anzi comporta degli svantaggi per il fatto che implica l’esistenza di un’inconsapevolezza di fondo e quindi l’impossibilità di capire e accettare le proprie responsabilità all’interno di ogni avvenimento. E il problema sta proprio nella possibilità di accettare questa responsabilità, perché solo così facendo si riescono a mettere in discussione le fondamenta di un discorso e quindi arrivare alla possibilità di capire come mai si agisce sempre con una certa intenzione, che sia quella di dominare o di farsi abbandonare, e dunque possibilmente porvi anche rimedio.

La misteriosità e l’inspiegabilità che si ritengono caratterizzanti del concetto dell’amore, servono appunto a mantenere vive e attive queste idee e queste fantasie per alimentare sempre di più questo spirito romantico e magico, al fine di non coglierne la sua razionalità. Sembra naturale il pensare all’amore come qualcosa, che può essere sì razionalizzato, ma non in tutti i suoi aspetti. Alle persone serve la convinzione secondo cui c’è qualcosa di istintivo e di inconscio nell’amore. Mantenere questo alone di magia e di irrazionalità serve all’uomo, è ciò che gli permette di vivere le emozioni e le sensazioni nel modo più intenso possibile. Ma perché? Sostenendo l’aspetto naturale dell’amore si viene a ridurre l’aspetto della responsabilità delle proprie azioni e delle proprie fantasie circa il rapporto amoroso con l’altro, potendosi permettere di pensare che è giusto e naturale vivere le cose nella maniera più travolgente. Pensare all’amore come qualcosa di calcolato e meccanicistico sembra togliere quella libertà nell’uomo, quella libertà di pensiero che fa vivere l’amore nel suo aspetto più magico. Dare una giustificazione razionale alla propria idea di amore, dire che tutto ciò che si è sempre creduto sull’amore è stato costruito da un pensiero e che tutto ciò che si sa di esso in realtà non è altro che una serie di luoghi comuni che non sono nati dal nulla ma che noi uomini abbiamo creato, sviluppato e a cui abbiamo deciso di credere, toglierebbe la possibilità di vivere pienamente ogni aspetto magico e incantato di questo sentimento. Il problema però non è l’aspetto magico e irrazionale dell’amore in quanto tale, ma ciò che ne consegue. Si arriva al punto di aver bisogno di credere che le cose in amore stanno così e non in altro modo, per esempio che è ovvio e scontato e indiscutibile, credere che sia fondamentale essere importanti per l’altro e che si debba aver bisogno dell’altro per poter vivere al meglio la propria vita e per poter parlare di autentico amore. Questo aspetto magico e irrazionale dell’amore fa diventare automatiche, ovvie, certe e indiscutibili, idee che in realtà sono valide quanto il loro contrario. Non è necessario avere bisogno dell’altro, perché la relazione d’amore di per sè non garantisce l’eternità del rapporto e del sentimento; questa autenticità del rapporto viene solo presa come pretesto per giustificare le proprie reazioni emotive di fronte ad un successo o ad un fallimento. Non è necessario credere che le cose funzionino in quel modo invece che in un altro, perché sono decisioni e scelte che possono essere ritenute ovvie solo dal momento che non le si mettono in discussione. Dare un’impronta di inspiegabilità all’amore dà l’opportunità di non pensare al proprio modo di agire, di non chiedere conto delle proprie azioni, di continuare a credere alle proprie fantasie e di mantenere la convinzione che si è fatto tutto come doveva essere fatto. Ma il fatto che ci si voglia attenere a delle regole prestabilite non significa nulla. Non esistono regole a cui attenersi, nel senso che al massimo queste le decidiamo noi. È importante capire come l’amore abbia veramente una sua logica, ovvero un suo svolgimento funzionale a ciò che si desidera e si crede più fortemente.

Il pensiero come si sa, è caratterizzato da elementi che sono totalmente inconsapevoli e i quali possono essere rintracciabili solo attraverso un’analisi del proprio discorso. E sono questi gli elementi fondamentali su cui si basano tutte le nostre esperienze. La magia e l’irrazionalità dell’amore sono solo escamotage per evitare di prendere seriamente in esame la questione. Ciò che si reputa la normalità di un rapporto amoroso in realtà non è altro che un concetto costruito attraverso proposizioni e inferenze che hanno l’obiettivo di confermare le idee di partenza, le premesse dalle quali si è costruita tutta la propria filosofia di vita e tutte le paure e desideri che non fanno altro che pilotare ininterrottamente considerazioni, esperienze, avvenimenti, timori e ansie. È importante quindi capire come queste paure, queste aspettative, questi timori e queste gioie si siano create e soprattutto su cosa si reggano, quale sia il pensiero di fondo, perché solo arrivando a capire il perché dei propri pensieri si riuscirà a vivere un amore realmente libero da costrizioni teoriche e sociali e da aspettative personali e quindi libero da ogni sorta di delusione e sofferenza.

Intervento di Luciano Faioni

 Sono talmente tante le cose che ha dette Eleonora che possiamo già iniziare il dibattito, poi eventualmente aggiungerò qualcosa se è il caso, c’è già qualcuno che vuole fare una considerazione, un commento a ciò che ha appena sentito, qualche curiosità?

 Intervento: il desiderio che viene evidenziato come diverso nell’uomo e nella donna a sua volta è logicamente trascinato, nasce da un’idea del linguaggio?

 Lei chiede se il desiderio è prodotto dal linguaggio?

 Intervento: sì, qua se ho capito bene c’è un nesso che parte ... il desiderio è creato anche questo dal linguaggio?

 Potrei risponderle: sì! Però magari articolo un po’ di più la risposta. La risposta procede da queste considerazioni: dal fatto che tutto ciò che gli umani pensano, immaginano, quindi anche desiderano, attendono, ciò che cercano, ciò che fuggono procede dal loro pensiero quindi da delle conclusioni, da delle considerazioni. La questione centrale in tutto ciò è che se non ci fosse il pensiero per esempio, cioè se gli umani non pensassero in nessun modo né avessero nessuna possibilità di farlo non potrebbero neanche sapere se sono innamorati o no ovviamente, perché non si potrebbero porre la domanda, con che cosa? A questo punto possiamo considerare abbastanza facilmente che in assenza di linguaggio una questione di questo genere non potrebbe neppure porsi, in nessun modo, e che pertanto ciò che una persona desidera la può desiderare perché per quella persona quella cosa vale per esempio, e perché una certa cosa abbia un valore occorre che questo valore sia stato costruito o accolto in base a delle considerazioni, delle valutazioni per quanto semplici o articolate che possano essere state, per cui effettivamente in assenza di linguaggio non soltanto la questione non potrebbe porsi in nessun modo ma non potrebbe neanche darsi il desiderio, così come si intende il desiderio degli umani. Stiamo parlando di qualche cosa che appartiene agli umani e non un’accezione di desiderio talmente estesa da perdere totalmente il suo significato, possiamo dire che la calamita desidera il ferro? Sì, possiamo dirlo certo però non è che la cosa ci porti molto lontani, per cui il desiderio, così come si configura negli umani e si configura in un certo modo proprio perché sono esseri parlanti, cosa che è fondamentale, necessita di questa struttura per potersi costruire, per potere esistere e quindi effettivamente senza linguaggio non c’è nessuna possibilità di desiderare alcunché, neanche nessuna possibilità di rifiutare alcunché a meno che non consideriamo che due calamite si rifiutano tra loro, possiamo dirlo certo però occorre sempre tenere conto che si parla di esseri umani, esseri parlanti. È un dettaglio notevole, qualche cosa che rende gli umani totalmente differenti da qualunque altra specie conosciuta sul pianeta.

Tutto ciò che Eleonora ha descritto in modo così dettagliato e articolato interno alle fantasie dell’amore, tutto questo è debitore del fatto che gli umani sono esseri parlanti se no tutto ciò che ha descritto non sarebbe mai esistito né potrebbe esistere in nessun modo, una persona potrebbe desiderarne un’altra? No, nell’accezione comune di desiderio, può essere come avviene negli animali ma parlare di desiderio in questo caso mi sembra un po’ azzardato perché procedendo lungo questa linea si arriva appunto ad affermare che il ferro desidera la calamita, è una considerazione che non ci porta molto lontani. Il desiderio è fatto di pensieri, di parole, di ricordi, di immagini, di sensazioni, di tutto ciò che per la persona ha un valore, è importante, tant’è che alcuni desiderano qualcosa altri il suo contrario per esempio, come succede, così come un’emozione per qualcuno è importante, è desiderabile, per un’altra persona non ha nessun conto e può essere addirittura spregevole per esempio. Anche nel caso dell’emozione questa procede da considerazioni che hanno dato valore a certe cose e ad altre no, e se qualcosa per qualcuno ha un valore allora quando si verificherà questa cosa in certe condizioni avrà un’emozione se no, no. Non qualunque cosa emoziona chiunque.

Sono stato abbastanza esauriente nella risposta? Comunque è una questione che verrà ripresa nel corso del dibattito. C’è qualcun altro che vuole intervenire? Chiedere, domandare a Eleonora che ha detto molte cose, soprattutto ha illustrato fantasie che sono molto diffuse anche se, come ha detto all’inizio del suo intervento, non sempre riconosciute e non sempre gli si da l’importanza che hanno. Ha fatto anche affermazioni piuttosto forti, ha affermato che una donna cerca un uomo, in moltissimi casi, non ha enunciato delle leggi universali, ovvio, ha illustrato delle fantasie tra le più comuni, dicevo dunque che una donna cerca un uomo soltanto per poterlo esibire alle amiche e per potere dire “ecco, io ho un uomo” ed eventualmente rivolta all’altra “e tu no”, succede sa?

 Intervento: ...

 Brava, come un bracciale, una collana sì, esattamente, e naturalmente perché questa cosa sia esibita occorre che abbia un valore generalmente, deve essere una persona importante, per questo per una donna è importante che il suo uomo sia riconosciuto, se è possibile ovviamente, come persona importante socialmente o per sue capacità intellettuali o quando è più giovane magari per l'aspetto estetico, le ragazzine di quindici anni cercano il ragazzo il più bello della classe, non il più brutto, quando sono più grandine cercano una persona che abbia uno statuto sociale, eventualmente se è possibile superiore a quello delle loro amiche. Queste amenità portano però a delle considerazioni abbastanza complesse e cioè a che cosa muove nella ricerca del proprio partner e che cosa può cambiare se una persona è assolutamente consapevole di tutta una serie di elementi che la riguardano. Non è casuale che una persona sia attratta da un'altra certo, e poi ha anche sottolineato la differenza fondamentale tra ciò che attrae un uomo e ciò che attrae una donna, il modo di pensare di un uomo e quello di una donna, la struttura è radicalmente differente da qui una totale, irreversibile, assoluta incomprensione a meno che l’uomo non sia stato particolarmente addestrato e allora sì, se no non sa assolutamente quello che pensa una donna, né perché lo pensa né perché dia valore a cose totalmente irrilevanti, e viceversa ovviamente, ma queste cose che sono un grandissimo valore sono quelle che fanno vivere quella persona e che si aspetta eventualmente che anche il partner le riconosca come importanti, perché se sono importanti le cose che pensa allora è importante anche lei per esempio. Le donne si lamentano spesso di non essere capite, ma quando sono capite? Quando le si da ragione, esattamente sì, è questo il criterio fondamentale, si da ragione cioè si da importanza a quello che credono, quello che desiderano. C’è qualche dissenso in sala? Ll’ho detto apposta perché qualche fanciulla si scagli contro di me, qualcuna vuole scagliarsi contro di me?

 Intervento: la differenza tra l’uomo e la donna questa sembra procedere da un ordine naturale quasi animalesco, dal punto di vista del linguaggio la nostra struttura ci farebbe accomunare in pratica…

 Spesso sì, c’è questa fantasia, che l’uomo sia un animale, per molte donne in effetti l’uomo è raffigurabile con quell’immagine che è esattamente alle vostre spalle (il disegno di un gorilla), è così: uno scimmione, uno scimmione da addomesticare …

 Intervento: ma non tutti ..

 Certo, ho parlato di una fantasia, non ho detto che lo siano ...

 Intervento: mi sembra che le cose siano abbastanza riduttive ...

 Sì? Allora ampliamole ...

 Intervento: non credo che le donne vogliano sempre sentirsi dire che hanno ragione, che ci sia però una sensibilità …

 Queste affinità come le descriverebbe?

 Intervento: … alla base ...

Quindi essere d’accordo alla base su alcuni concetti fondamentali?

 Intervento: che possono essere assolutamente diversi, potere ritrovarsi su un terreno comune, bisogna avere una sensibilità e quindi una serie di cose alla pari) questa è la condizione anche dell’amicizia in effetti, anche due uomini o due donne sono amici tra loro proprio perché ci sono alla base delle cose che entrambi credono vere e cioè quindi alle quali cose danno un valore entrambi allo stesso modo, se invece questo non si verifica allora è difficile che diventino amici in genere sono nemici (se c’è poi il desiderio si va oltre l’amicizia e si può diventare amanti ...

 Sì, non è proibito, sì certo l’intendimento comune, credere le stesse cose e quindi è un modo indiretto per sapere che l’altro la pensa come me e quindi “io ho ragione” in definitiva ...

 Intervento: non necessariamente deve darti ragione …

 No, non come si fa con i matti, come diceva mia nonna “con un matto digli sempre di sì”, non intendevo in questa accezione …

 Intervento: sì qua e in associazione … nella prima parte Eleonora identificava l’amore con questa serie di fantasie e proiezioni, contro proiezioni e non so se ho sentito male però nel finale dava un po’ di speranza di libertà da fantasie … togliamo tutte queste aspettative e fantasie ma almeno vivremo l’amore libero e quindi dell’amore di cui si parlava prima mi sembrava una parola diversa …

 È vero, Eleonora ha descritto tutte le fantasie, i pensieri, i discorsi, d’altra parte se si tolgono tutte queste cose dell’amore rimane ben poco ...

 Intervento: ma il finale ...

 È possibile amare qualcuno, se vogliamo mantenere questo termine a tutti i costi, ma amare qualcuno non significa avere bisogno di quella persona, nel momento in cui si ha bisogno di qualcuno si carica questo qualcuno di una responsabilità che, primo, può non essere in condizioni di assumersi, secondo, può anche non volere farlo. Avere bisogno di qualcuno è comunque sempre non essere in condizioni di cavarsela da sé e quindi cercare un appoggio, ma se il mio benessere è vincolato a qualcuno allora questo qualcuno deve essere tenuto sotto controllo perché se il mio benessere dipende da questo tizio allora non posso lasciarlo andare in giro così, andare dove vuole, deve stare lì fermo, mentre se qualcuno potesse amare senza avere bisogno del suo oggetto d’amore ecco che allora potrebbe stare insieme con quella persona soltanto per il piacere di farlo, per nient’altro. A questo forse alludeva Eleonora ...

 Intervento: è possibile quindi?

 È straordinariamente difficile ma è possibile, è difficile perché abbandonare una fantasia connessa con l'esercitare il potere su qualcuno è una delle cose più difficili da togliere. Abbiamo detto altre volte: gli uomini esercitano il loro potere sul mondo, sui continenti. Mentre il fanciullo vuole conquistare il mondo, la fanciulla invece no, non vuole conquistare il mondo del quale mondo non sa cosa farsene, ma vuole conquistare il fanciullo che ha conquistato il mondo e quindi è diverso il modo di pensare, così diverso come dicevo che c’è una totale incomprensione fra di loro, difficilmente sanabile …

 Intervento: ...

 Sì, c’è questa possibilità, ma come ho detto non è facile, non è facile abbandonare delle fantasie che sono così fortemente radicate, con estrema fatica la persona le abbandona, come se abbandonando queste fantasie abbandonasse, questa è spesso la sensazione, il suo motivo stesso di esistenza, per questo è così difficile da abbandonare ...

 Intervento: ad avere bisogno dell’altro o ad avere il bisogno del potere sull’altro? perché in effetti potrebbe essere la stessa cosa ...

 Sì in molti casi lo è in effetti, avere il potere, come diceva Eleonora in modo molto preciso, sul suo uomo “finalmente è mio” e infatti usa tutta una serie di strumenti per sedurlo, come dicevamo tempo fa, una donna mente, mente sempre, potremmo dire ventiquattr’ore su ventiquattro, ma non è una brutta cosa, adesso detta così può sembrare un’infamia ignobile, ma mente perché è costretta per sedurre qualcuno e infatti come si chiamano quelle cose che le donne usano per imbellettarsi prima di uscire? Si chiamano trucchi, non è del tutto casuale. Adesso ho detto così in modo molto banale, non prendetevela, non ce l’ho con le donne, non ce l’ho con gli uomini, non ce l’ho con nessuno …

 Intervento: Pensavo alle fantasie e a come è così difficile abbandonarle, si vorrebbe no? pensavo che questo fosse connesso con l’idea di felicità che queste fantasie si portano appresso, l’idea di poter raggiungere la felicità assoluta che è un po’ come la ricerca della verità, una persona non può facilmente rinunciare all’idea di poter essere felice al momento che dall’altra parte ci sia qualche cos’altro che proietta questa idea … non si può abbandonare così a gratis bisogna che dall’altra parte ci sia qualcosa di altrettanto allettante e questo può essere rappresentato dalla ricerca di un più, un percorso intellettuale che possa rappresentare lo strumento per capire di che cosa sono fatte le proprie fantasie, poterle considerare in un modo obiettivo non darle in modo automatico ma qualcosa che da qualche parte è nato ed è nato sicuramente all’interno del proprio pensiero ...

 E sì, come diceva giustamente Eleonora in effetti fuori da un’analisi questo è praticamente impossibile da intendere, intendere perché si pensano le cose che si pensano, anche perché i mezzi che si utilizzano per intendere queste cose sono fatte delle stesse cose che si vogliono intendere e si rischia di girare in tondo ed aggrapparsi quindi a qualche cosa purché sia, senza valutare se ciò su cui ci si sta aggrappando sia vero oppure no, il più delle volte non lo è, con tutto ciò che questo comporta, tutte le implicazioni ovviamente e cioè malintesi e disastri di ogni sorta ...

 Intervento: si rischia di entrare in un circolo vizioso per cui queste fantasie che dovrebbero portare alla felicità assoluta ad un certo punto deludono perché non si raggiunge mai questa felicità, forse all’inizio si è portati a pensare che dipenda dalla persona, dall’uomo giusto “non è come pensavo” le solite cose … ma forse non dipende dagli altri ma può dipendere da se stessi, dalla ricerca, da come lo si cerca ...

 C’è qualcosa di cui non ci si accorge nel proprio discorso, nei propri pensieri certo e che funziona però ...

 Intervento: la responsabilità di quello che è esterno ma forse c’è una propria responsabilità così come quando ci si innamora di un’idea anche un’idea può deludere ...

 Altroché, abbiamo parlato dell’amore della donna generalmente però in effetti si può parlare dell’amore per qualche cosa, per un’idea, un’ideale, la patria, una volta andava di moda l’amore per la patria, morivano anche per la patria, o qualunque cosa, e in effetti la struttura è sempre la stessa, l’amore per la rivoluzione ...

 Intervento: prima si parlava della chiusa del testo di Eleonora che alludeva a un amore differente, costruire un amore differente dove necessariamente l’amore non sia più un gioco al massacro come invece può apparire per cui la persona ha la necessità di essere importante per qualcuno e quindi utilizza le armi necessarie perché questo avvenga, è possibile costruirlo? Lei diceva che era molto difficile ed effettivamente è molto difficile arrivare a compiere questa operazione per cui non si ha più bisogno dell’altro per vivere ma il proprio benessere lo si ritrova vivendo con le proprie risorse, con le risorse del proprio pensiero e pensavo alle fantasie queste fantasie che ha enunciato Eleonora tra le più comuni che si reperiscono ovviamente in un percorso analitico, al di fuori di un percorso analitico è difficile accorgersi di una cosa di questo genere anzi al di fuori di un percorso analitico queste fantasie tra le più comuni quelle di cui si diceva vengono intese molto probabilmente dalle donne, in questo caso si parla delle donne, ma rigettate assolutamente come qualche cosa di male, come qualche cosa che è male, che rompe la magia di cui sono sempre alla ricerca, è come spezzare l’ideale più grande però questo non è male è all’interno del discorso e se la persona ha la possibilità di accorgersi di queste cose ecco che molte di tutte le questioni, di quelle questioni che sono interrogazioni su come portare avanti i figli per esempio, i figli vengono educati allo stesso modo ...

 Si fa ancora come una volta, i bambini che giocano con i soldatini e le bambine con le bambole?

 Intervento: mi pare di sì, però ecco se si potessero ascoltare effettivamente queste fantasie senza negarle come fanno le femministe in linea di massima proclamandosi deficitarie di qualche cosa ecco che allora ci sarebbe l’opportunità effettivamente di costruire un amore che non è più un gioco al massacro ma effettivamente si potrebbe stare assieme ad una persona per il piacere di farlo, effettivamente di farlo di produrre piacere non “per” qualcosa che appartiene all’altro, la propria fantasia che costringe a muovere in quella direzione ma farlo per il piacere questo vuol dire anche sul piano sociologico, sociale cominciare a porre le condizioni perché vengano intesi certi conflitti, fino alle guerre e tutte queste cose che ammorbano il pensiero degli umani, lo ammorbano quindi non permettono al pensiero degli umani di costruire altro se non conflitti di tutti i generi ma sono conflitti dai quali è possibile venirne fuori accorgendosi di quello che si fa mentre si dicono delle cose ...

 Sì certo, conoscere le proprie fantasie, accoglierle innanzi tutto, ma non è facile anche perché si scambiano, come avviene sempre, quelle che sono le fantasie con la realtà, questa è un’operazione straordinariamente comune, diffusa e quindi è difficile per la persona accogliere una fantasia come tale se pensa che sia la realtà delle cose ...

 Intervento: non sono convinta … ma è una questione di relazioni come si gestisce il conflitto tra la copia e il bambino che vedrà i propri genitori come gestiscono questo conflitto e lo riproporrà con i suoi pari ...

 Non è mica detto, ci sono state persone che hanno fatto cose riprovevoli e che erano ottimi padri di famiglia, persone stimabilissime, uno era Adolf Eichmann che ha fatto cose che non sono state considerate altrettanto generose e nobili, ma come lui ce ne sono quantità notevole; come accade che dei figli che hanno dei genitori che sono delle pesti diventino invece uno un medico missionario oppure un criminale anche lui, oppure qualunque altra cosa, dipende da come si avvertono le cose, da come si colgono, qualunque cosa può essere vista, letta, vissuta in infinità di modi, se viene letta in un certo modo produrrà degli effetti, se viene letta in un altro modo produrrà altri effetti. Nei primi anni 80 c’erano degli studi sulle così dette famiglie schizogene per esempio, studi di Laing, Esterson, Cooper etc. ma anche qua in Italia con Basaglia, però rimaneva il fatto che nessuno riusciva a spiegare come mai proprio quello subisse quel destino mentre gli altri, educati allo stesso modo, stessero benissimo, perché? A questa domanda nessuno ha mai saputo dare una risposta, così come non si sa perché con tanti figli che può avere una famiglia alcuni diventano dei nobiluomini altri diventano dei disgraziati, perché? Hanno avuta la stessa educazione, lo stesso modello, stessi esempi, sono state fatte le stesse raccomandazioni, eppure. Questo riporta la questione a un’altra questione che è più importante, e cioè come una persona si pone di fronte a ciò che incontra, cosa avviene in lui, quali pensieri scatena una qualunque cosa, una persona assiste a un omicidio e può rimanere indifferente, altri invece provati per tutta la vita, perché? Per via di una quantità enorme di elementi di cui sono fatte quelle persone, dipende, nell’educazione, nella crescita, le variabili che intervengono sono sterminate, può anche darsi che con un mega computer si possano calcolare, per il momento no, e allora non rimane che intendere come funziona il pensiero degli umani per potere accedere ad alcune cose che apparentemente sembrano inaccessibili, certo per intendere come funziona il pensiero occorre intanto sapere di che cosa è fatto però la via è questa, non ce ne sono altre per il momento. Stiamo lavorando per rendere le cose più semplici e rendere le cose semplici è straordinariamente difficile, stiamo lavorando per rendere semplice e accessibile a chiunque tutto questo. Se ciascuno avesse la possibilità di accedere immediatamente al modo in cui funziona il linguaggio non ci sarebbe più nessun problema, di nessun tipo, non potrebbe più avere paura, non crederebbe più in niente, quindi smetterebbe di correre dietro a qualunque bandiera passi in quel momento e quindi non avrebbe nulla da difendere e pertanto nessuno da aggredire, se sapesse come funziona il linguaggio cioè se sapesse di che cosa è fatto lui, ma non lo sa, e di conseguenza segue qualunque bandiera ed è pronto a dare la vita e a toglierla all’occorrenza per difenderla …

 Intervento: ...

 In alcuni casi avviene anche questo certo, infatti provi lei a persuadere un fondamentalista islamico che Allah non c’è, o che è un grullo qualunque, primo le taglia la gola, prima di iniziare la conversazione ...

 Intervento: offrite la possibilità di accedere al linguaggio giusto?

 Sì, è proprio così, se la persona potesse accedere al funzionamento del linguaggio cioè di quella cosa che fa funzionare i suoi pensieri non avrebbe più bisogno di credere delle cose, quindi di stare bene, stare male, tutto ciò sarebbe irrilevante ma così non è, non avviene se non in casi talmente rari da essere appunto irrilevanti ...

 Intervento: semplicemente io dico una cosa banale che però che è sempre difficile da realizzare bisognerebbe innanzi tutto partire da noi stessi cioè amare, amare noi stessi perché fin che non si ama la propria persona non si può costruire una amore per un’altra persona perché si cerca sempre nell’altro un qualcosa che manca in noi … perché il rapporto che si crea in questo caso è il rapporto del bambino con il genitore mentre invece l’amore quello vero deve essere tra due persone adulte ...

 Sì tecnicamente sì certo, stare bene con se stessi è un concetto abbastanza vago e talmente ampio da fare rientrare qualunque cosa, in effetti io potrei affermare che sto bene se prevarico qualcuno, per esempio, è l’unica condizione in cui sto veramente bene, questo diventa un problema soprattutto se l’altro ha la stessa fantasia che ho io …

 Intervento: beh non è proprio amare se stessi ...

 Dipende da cosa si intende con amare stessi, basta modificare la definizione e cambia tutto e l’amore è una cosa che si presta a qualunque definizione, è un concetto talmente vago ...

 Intervento: avevamo data una definizione di amore rispetto al pensiero che forse è un po’ più pertinente in questo caso “avere cura del pensiero” in amore si ha cura dell’altra persona in questo caso c’è una sorta di spostamento non avendo più bisogno dell’altro ma comunque avendo bisogno di pensare, di prendersi cura del proprio pensiero in questo caso ...

 Sì dicevamo addirittura che l’amore è sempre e comunque amore per la verità, adesso non posso spiegarvi perché, ma lo faremo sicuramente. Questo concetto rischia di essere onnicomprensivo, come se dicessi che Hitler ha liberato al Germania dagli Ebrei perché amava i tedeschi, è amore? perché no? Per lui sì, non so se lo fosse proprio così, non l’ho mai conosciuto ma tecnicamente potrebbe anche esserlo e come si fa a spiegargli che non è così? O quello che si fa saltare per aria con l’esplosivo in nome di Allah, non è amore per dio questo? È amore, come faremo a spiegargli che non lo è? Ammesso che non lo sia, diventa un problema e allora forse sì, come diceva giustamente Sandro bisogna trovare qualche cosa di più radicale. Sono questioni che ci hanno condotti ad affermare che l’amore è sempre amore per la verità, che è l’unica cosa che gli umani cercano effettivamente da sempre, in varie forme, ma non hanno nessun altra possibilità se non fare questo: cercare la verità sempre e dovunque, indipendentemente dal fatto che la trovino, poi possono trovare qualcosa che a loro appare essere tale come il più delle volte succede, ma come dicevo questo è un altro discorso, un discorso che abbiamo affrontato anni fa. Se voi andate sul sito www.scienzadellaparola.it ci sono moltissimi interventi, corsi, questioni dove abbiamo considerato in modo più dettagliato, più preciso, più articolato queste questioni, più di quanto si possa fare nello spazio ridotto di una conferenza …

Intervento: la verità di cui diceva lei riguarda sempre la struttura del linguaggio, quando dice amore per la verità ...

È una conclusione cui si giunge considerando il funzionamento del linguaggio, d’altra parte il pensiero funziona così, l’ha descritto in modo molto preciso Eleonora: una sequenza di passaggi che devono giungere a una conclusione che è ritenuta vera se non contraddice la premessa da cui è partita, e ciascuno si picca a modo suo di dire la verità, vuole dire la verità, cerca la verità, tant’è che se si accorge che quello che pensa è falso non va più in quella direzione. Questione talmente banale che ci incuriosì: se quella direzione è falsa perché non la seguo? Chi me lo impedisce? Perché non avviene mai anzi, se so che è falsa l’abbandono, perché? Certe volte ponendosi domande che appaiono straordinariamente banali si giunge a considerazioni notevoli. Altri? Chi vuole fare un bell’intervento?

Intervento: va beh io non so se faccio un bello o brutto intervento ...

Lei lo faccia valuteremo dopo se avremo voglia di valutarlo ...

Intervento: io sono un po’ incuriosita su questo: abbiamo sentito il testo di Eleonora e diciamo il fulcro ci siamo un po’ concentrati su quello che è la donna e le sue fantasie, premesso che immagino che l’uomo ha comunque un pensiero più semplice mentre quello della donna è molto più articolato a causa anche di queste fantasie che, volgarmente così diciamo “ci facciamo i nostri film” però l’uomo proprio non se li costruisce i film? Come se li costruisce e poi un’altra domanda che mi venuta è questa: la donna per tutte le sue fantasie si crea dei bisogni perché se io devo pensare che il mio partner deve essere bravo ...

Un capo di stato ...

 Intervento: esatto … io ad un certo punto mi convinco talmente tanto, sono convinta di questa cosa che per me è un bisogno nella scelta di un uomo andare a cercare una persona di questo genere … come mai poi, parlo per esperienza personale … alla fine una relazione è molto più facile che capiti nella dipendenza dalla donna l’uomo che non la donna dall’uomo se non a lungo termine ...

 Questa è la domanda?

 Intervento: sono due le domande le ho anche chiesto se l’uomo non ha fantasie ...

 Sì, ce le ha, e come non potrebbe non averne; e vero hanno modi di pensare totalmente differenti, nella vulgata si considera che l’uomo sia più ingenuo, abbia pensieri più semplici, in parte è vero rispetto ad alcune cose magari sì, rispetto ad altre no, però sicuramente non ha la necessità di indurre per esempio, di ingannare con tanta abilità. Anche l’uomo inganna certo, inganna sul lavoro, inganna nella politica, inganna in tante occasioni ma se lo fa con la donna in genere è solo per un motivo, non ce ne sono altri, mentre la donna è molto più raffinata in queste cose e questo è vero, è molto più attenta a qualunque cosa nei riguardi del suo uomo e anche nella coppia è attentissima, per cui nota una quantità di cose che l’altro non nota affatto perché per lui non hanno nessun valore, per questo non le nota. Se le chiedessi di dirmi i numeri di targa delle auto che ha incontrate venendo in qua, non lo saprebbe perché non ci ha fatto nessun caso, nessuna attenzione ovviamente. Per quale motivo una donna ha bisogno di un uomo, questa è una bella domanda alla quale Eleonora, per altro, ha risposto facendo un elenco delle fantasie più diffuse: sentirsi spalleggiata, sorretta, avere qualcuno da esibire per non sentirsi sola certo, tutte queste cose poi accade che a lungo termine, come diceva lei, ci si abitua nella copia l’uno all’altro, ci si abitua, è un’idea molto diffusa, soprattutto nelle signore che un uomo senza di lei non saprebbe come fare, beh non è sempre esattamente così, certo può dare questa impressione è ovvio … adesso mi fate dire cose … è ovvio che se, per esempio, Eleonora si trovasse con una persona che fa sempre comunque tutto quello che lei vuole a un certo punto si disabitua a fare le cose da sé, come facevano i nobili che nemmeno si vestivano perché c’era qualcuno che li vestiva, ma questo non significa che non sapessero vestirsi da sé, lo sapevano fare certo, così come si apre la porta alla signora per farla passare, non è perché non è capace di aprirsi la porta da sola ma è un atto di gentilezza. Una delle idee più comuni è quella di avere il controllo sul desiderio dell’altro, adesso parlo sempre di donne in questo caso, e quindi per potere avere il controllo occorre conoscerlo, occorre conoscerlo nei minimi termini, nei dettagli e se è possibile anticiparlo, anticipandolo cosa si fa? Si offre sempre a questo la cosa prima ancora che la chieda. Le donne spesso sono abilissime in questo, lo fanno anche con i figli, i quali poi naturalmente si abituano è ovvio perché ad avere tutte le comodità ci si abitua con estrema facilità, però non è così automatico che un uomo senza una donna sia perduto …

 Intervento: anzi ...

 Chi ha detto anzi?

 Intervento: una donna!

 Aldilà di queste amenità occorre valutare un’idea del genere a che cosa porta, che cosa comporta per esempio l’idea di essere necessari, indispensabili “cosa farebbe lui o lei senza di me?”, farebbe quello che vuole naturalmente, ma l’idea è che non potrebbe invece fare più nulla per cui se non può fare nulla senza di me allora io sono indispensabile, e cioè ho un motivo magari per vivere, che non è cosa da poco. Qual è la sequenza dei desideri delle fanciulline per esempio? Prima vogliono il ragazzo, poi vogliono sposarlo, poi vogliono la casa, poi vogliono i figli, e poi? Come dire che ogni passaggio fosse sempre in funzione del successivo, è questa la questione che può portare, non sempre e non necessariamente, a dei problemi, sempre per qualche cosa che viene dopo, perdendo in molte occasioni quello che c’è in quel momento. Quando si arriva a fine corsa, cioè si sono esauriti tutti i compiti dettati dalla società e dal vivere comune, ci sono dei casi in cui molte donne per esempio cadono nella cosiddetta depressione perché non hanno più un motivo, non hanno più niente da fare in realtà, niente da loro ritenuto importante, accade, non sto dicendo che sia sempre così ...

 Intervento: suggerimento?

 Per che cosa? Per evitare la depressione?

 Intervento: la depressione di cui parla non è la stessa dell’uomo quando va in pensione?

 Si deprimono anche dei giovani ...

 Intervento: no ma del tipo: ho avuto qualcosa che mi ha occupato tanto adesso me lo tolgono ...

 Sì, è sempre quando si arriva a fine corsa, quando si sono esauriti tutti i compiti. È un po’ come quella che Freud chiamava la nevrosi della domenica, ma anche il Leopardi ne parla, il giorno che non c’è niente da fare, uno pensava di passare un giornata bellissima ma si annoia a morte perché non c’è niente da fare.

Si tratta di fare un lavoro, di fare un lavoro sui propri pensieri e accorgersi delle fantasie, soprattutto quelle che si ritengono più importanti, quelle che, come dicevo all’inizio, si scambiano per la realtà delle cose. Un uomo può anche avere bisogno di una donna, può anche non averne bisogno, non è così automatico, bisogno nel senso che diceva lei …

 Intervento: ...

 Certamente, anzi dovrebbe essere così, dovrebbe essere così sempre, in questo modo magari un uomo si avvicina a una donna e viceversa senza avere al necessità di schiacciarlo o di schiacciarla a seconda dei metodi e delle modalità.

Bene, la prossima conferenza il 16 di marzo avrà il titolo “Amore e solitudine”, e sarà Beatrice Dall’ara a parlarcene, poi ciascun mercoledì invece alla sede dell’associazione ci incontriamo per discutere di queste e molte altre considerazioni. Tutto ciò che diciamo qui procede da discorsi che abbiamo fatti nelle riunioni che facciamo il mercoledì sera alle nove in via Grassi 10, queste riunioni sono aperte al pubblico, per accedervi basta volerlo fare, nient’altro. Ringrazio ciascuno di voi vi auguro una buona serata.