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POSTILLE RETORICHE

 

la retorica come “arte della malafede”

 

 

La retorica come arte della malafede comporta un vero e proprio scontro dialettico, senza esclusione di colpi, il cui unico fine è palesare, provandola, l’inconsistenza delle tesi o delle obiezioni dell’interlocutore. A questo scopo dovrete usare tutti gli artifici e i trucchi della retorica che occorre conosciate molto bene. Ciò da cui si parte è un attacco, una provocazione che costringa l’altro a esporsi, a esporre ciò in cui crede; esponendosi sarà costretto a compiere delle affermazioni che avranno la forma: “se A allora B” oppure “A è A”. Nel primo caso l’implicazione mostrerà sicuramente un lato debole, non difendibile, dovrete cogliere questo e solo questo mostrando l’assoluta gratuità dell’inferenza, escludendo quindi che il conseguente segua necessariamente all’antecedente e quindi affermerete che non segue affatto. Nel secondo caso l’identità deve essere eliminata indicando che è un’operazione che non può farsi perché non aggiunge nulla all’argomentazione, e dicendo che affermando “questo è questo” si procede in modo autoritario, in un modo che esclude per definizione qualsivoglia argomentazione, per cui se la questione è posta in questi termini non sarà possibile proseguire.

In un agone dialettico non accondiscendete mai ad accogliere questioni di gusto o questioni morali, come per esempio: “ma a te non piacerebbe che… ecc., è una trappola da cui vi sarà difficile uscire perché l’interlocutore starà molto probabilmente cercando di farvi scendere su un terreno sul quale gli riesca più facile controllare le vostre risposte: facendovi ammettere una qualunque cosa gli fornite un’arma che userà abbondantemente contro di voi. Dovete dunque sbarazzarvene immediatamente riconducendo la domanda dell’interlocutore a vostro vantaggio, dicendo che è appunto ciò che state affermando, e cioè che qualunque decisione, e sottolineate qualunque, può essere sostenuta soltanto sul gusto personale, che è esattamente ciò che voi intendevate provare.

Le riposte alle obiezioni che vengono poste devono essere fortemente e retoricamente provocatorie, mentre ciò che ne fate seguire, logicamente inattaccabile. L’intendimento è quello di partire da una posizione di attacco e non di difesa, la difesa costringe a giustificare delle affermazioni, l’attacco le impone e sta all’altro confutarle. Cercate quindi di mantenere sempre una posizione di superiorità teorica rispetto all’altro, di non avere nessun dubbio, nessuna incertezza e nessun cedimento: qualunque cedimento sarà utilizzato dall’interlocutore contro di voi. Ricordate di essere sempre in assoluta malafede, vi porrà al riparo dal credere in ciò che dite e quindi dal perdere di vista l’obiettivo principale: la demolizione di ogni obiezione. La demolizione deve essere definitiva, non deve concedere all’interlocutore nessuna possibilità di replica, in nessun modo. Se riuscite a mettere l’avversario in difficoltà non dategli il tempo di riflettere ma spostate subito l’attenzione su una questione adiacente e a voi favorevole. Utilizzate a vostro favore qualunque sua incertezza, ricordate che il tempo di riflessione che gli concedete lo userà contro di voi.

Non cercate di persuadére il vostro interlocutore, ma muovendo dalle sue stesse premesse giungete a conclusioni diametralmente opposte alle sue. Fate questo attribuendo alla premessa dell’interlocutore un senso differente da quello che lui intende (dovete sempre sapere che questa operazione è sempre possibile, in qualunque circostanza), se si accorgerà della vostra operazione chiedetegli di mostrarvi che il senso che lui attribuisce è preferibile al vostro e per quale motivo, non vi sarà difficile mettere l’interlocutore in difficoltà nel sostenere le sue tesi, indicandogliele come assolutamente arbitrarie, esattamente come le vostre, e pertanto altrettanto legittime. Per cui, altrettanto legittimamente direte che è possibile sostenere la conclusione opposta, e che quindi se è vera l’una è vera anche l’altra, cioè la vostra.

Non cascate nella trappola delle domande retoriche, del tipo “Ma tu allora arriveresti a uccidere tua madre?” è sempre pericoloso e dispendioso rispondere a queste domande in quanto richiederebbe di iniziare a mettere in discussione troppe cose e potreste smarrirvi nelle vostre stesse argomentazioni, cosa che l’interlocutore si aspetta che voi facciate, ma colpite direttamente la domanda eliminandola in questo modo: “La domanda è insensata, non ha nessun nesso con ciò che si dice e non segue a nulla di quanto affermato, ma in ogni caso: perché dovrei, non ho nessun motivo per farlo”. È importante che nel fare questo il tono sia secco e determinato, faccia cioè intendere all’interlocutore che la domanda è stata banale e fuori luogo, ma che tuttavia rispondete lo stesso, impedirete in questo modo una eventuale replica. È necessario fornire l’impressione (ma non solo) che non abbiate mai problemi a rispondere a qualunque obiezione vi sia rivolta.

Non è del tutto indifferente che il vostro interlocutore sia un uomo oppure una donna. Nel primo caso, messo alle strette, il vostro interlocutore cercherà di farvi ammettere qualche cosa che è ritenuto assolutamente, unanimamente e incontrovertibilmente certo, come per esempio l’esistenza della realtà o qualcosa del genere. Mettervi a spiegare che la realtà è un significante vi potrebbe condurre a argomentazioni lunghe e impegnative, cercate sempre di evitare una cosa del genere, cercate invece sempre una risposta che sia la più breve e la più efficace possibile, come per esempio che l’affermare che la realtà esiste ha la stessa forma del “questo è questo” e che quindi una tale affermazione non è utilizzabile nella conversazione, potete anche aggiungere che è una petizione di principio, e cioè che il vostro interlocutore sta introducendo, per cavarsi d’impaccio, ciò stesso che era in questione e che si trattava di provare. In questo modo è come se aveste smascherato il suo trucchetto, e ci sono buone probabilità che non lo userà più. Nel caso che il vostro interlocutore sia una donna, nel momento in cui si troverà in difficoltà è possibile che si mostrerà debole e fragile, bisognosa e desiderosa del vostro aiuto. A questo punto interrompete la conversazione: non ci sarà più modo di proseguirla, attendete eventualmente un’altra occasione.