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20-8-2008

 

Ci sono questioni?

Intervento: volevo tornare sulle immagini oniriche di cui si parlava l’altra volta cioè i primi giochi che accadono all’installarsi del linguaggio quindi queste immagine oniriche che non hanno una connessione così come invece avviene nei giochi che poi si praticano vivendo … nel sogno possono intervenire per esempio senza nessuna connessione spazio temporale …allora dicevamo che queste immagini oniriche sono gli input, le premesse che danno l’avvio al discorso della persona e in quanto premesse che si interpretano attraverso in proprio discorso … queste immagini sono delle forme … una forma che ha delle posizioni ben precise perché questa forma funge da premessa per le conclusioni della persona … queste immagini oniriche che costruiscono il sogno per l’appagamento di un desiderio … mi chiedevo queste forme visto che sono il programma della persona se questi programmi non siano nient’altro che le forme di un sillogismo … che cosa possono essere queste forme che hanno la possibilità di costruire delle proposizioni? Se non per esempio la possibilità di concludere in un certo modo … è un programma quello che rilasciano queste immagini che funziona in un certo modo tale per cui una certa immagine in un certo discorso gioca un ruolo particolare non tutte le forme poi possono essere tradotte in un certo modo … volevo riprendere questa questione perché poi c’è una seconda parte e cioè come mettere in connessione, per esempio, queste prime immagini che in qualche modo sono legate in modi differenti… quando è stata fatta la costruzione dei due giochi contraddittori per cui il bambino da un lato desidera o allucina il fatto di poter avere la marmellata e quindi di togliere gli ostacoli, qualsiasi ostacolo si frapponga sul suo cammino quindi questa costruzione di una scena di potenza in cui è tutto aperto alla conquista del mondo “posso fare tutto” scena legata alle emozioni più grandi ecco come connettere queste immagini che accadono nei sogni con questa prima immagine di potenza perché lì il discorso del bambino, è già a buon punto perché se può concludere che desidera fortissimamente la marmellata già è un discorso abbastanza ampio…

Sì, comunque riprendiamo la questione, l’avviarsi del linguaggio non è molto lontano dal modo in cui si costruisce un sistema logico, potremmo dire che riprende di fatto il formarsi del linguaggio: si parte da un assioma cioè da un’asserzione che risulta assolutamente vera, questo in logica mentre quando si avvia il linguaggio questa operazione è fornita unicamente da una sorta di dimostrazione ostensiva che viene fornita, che abbiamo riassunta più volte in questa asserzione “questo è questo”. Cosa succede all’avviarsi del linguaggio? Viene accolta questa affermazione naturalmente come vera perché non ci sono né strumenti, né elementi per dubitare di una cosa del genere, semplicemente è stata affermata quindi è vera, cosa che poi gli umani manterranno per tutta la vita, una cosa è stata detta quindi è vera fino a prova contraria, però d’acchito è vera, in effetti ciò che si dice appare d’acchito essere vero necessariamente, poi il logico cosa fa? Stabilito questo elemento incomincia a dedurre tutto ciò che può dedursi dall’assioma che ha stabilito e quindi procede per inferenze naturalmente, come dire se questo è questo allora non è questo, per esempio, il linguaggio quando si avvia compie un’operazione molto simile e non potrebbe fare diversamente e cioè questo è questo quindi non è quest’altro e poi può anche aggiungere mano a mano che acquisisce elementi, può aggiungere delle caratteristiche, per esempio questo è bianco cioè aggiunge un altro elemento, a questo elemento che rimane assolutamente certo e indubitabile ché come abbiamo visto non c’è modo di metterlo in discussione e quindi è quello che è e basta. Procedendo lungo questa via il linguaggio deve per potere funzionare dal “questo è questo”, deve giungere a un altro “questo è questo” come dire in altri termini che ogni volta deve riprodurre la stessa affermazione da cui è partito sempre e comunque, come dicevamo forse tempo fa gli umani non fanno nient’altro nella loro esistenza che affermare che questo è questo, poi è chiaro che ci sono delle varianti, ci sono giri più complessi, più elaborati, più sofisticati però la conclusione deve arrivare ad affermare comunque che è così, cioè che questo è questo. Può accadere nel formarsi del linguaggio che ad un certo punto questa affermazione che dice questo è questo incontri un intoppo e cioè che una qualunque sequenza non riesca a concludere come occorre che concluda, qualcosa lo impedisce. Il fatto che qualcosa impedisca una conclusione generalmente produce nel linguaggio o l’eliminazione di questo intoppo oppure il suo superamento cioè o lo aggira oppure lo supera in un modo o nell’altro e le immagini oniriche di cui parlavamo la volta scorsa che riguardano i sogni riguardano sia situazioni piacevoli che sono quelle che sanciscono il raggiungimento dell’obiettivo, cioè tutto ha funzionato come si deve, oppure l’intoppo, qualcosa invece non ha funzionato come dire che la conclusione non si è potuta trarre, qualcosa l’ha impedito, qualcosa ha impedito di raggiungere l’obiettivo e sono quei sogni che generalmente si considerano brutti come l’incubo o qualunque altra cosa sgradevole, ripete una scena dove il raggiungimento dell’obiettivo è interrotto, ora perché il linguaggio consente al discorso il permanere di una situazione del genere anziché eliminarla? Perché per il linguaggio non ci sono considerazioni estetiche bello o brutto, buono o cattivo ma semplicemente sequenze, proprio come una macchina che non fornisce giudizi estetici o morali, su ciò che scrivete per esempio su un computer, scrive e bell’e fatto e il linguaggio fa qualcosa di molto simile e cioè procede a costruire sequenze, ora nel primo caso quello del compimento, del raggiungimento dell’obiettivo fornisce sicuramente la possibilità di ampliare, di implementare il discorso con altre scene piacevoli, però sicuramente in misura minore di quanto invece può produrre quell’altra sgradevole, quella sgradevole consente al discorso di costruire altre sequenze, altre sequenze per esempio o per aggirare l’ostacolo oppure per superarlo e allora è questo il motivo per cui il linguaggio consente al discorso di mantenere una cosa del genere, cioè l’intoppo, una cosa sgradevole e brutta se no tecnicamente potrebbe eliminarla così come elimina quelle irrilevanti, la cancella, non serba alcuna traccia perché sono inutilizzabili così come il discorso non conserva alcuna traccia per esempio delle cose che ciascuno di noi fa durante la giornata, non le conserva perché non hanno nessuna utilità e ciò che è inutile nel discorso viene eliminato, ciò che invece è utile viene mantenuto, ma utile a cosa? A costruire altre sequenze ovviamente. Dunque dicevamo dell’avviarsi del linguaggio, queste prime inferenze, affermazioni, considerazioni funzionano come quelle cose che permangono, non sono indifferenti, non sono indifferenti perché il concetto stesso di indifferenza ancora deve prodursi quindi è tutto differente, è tutto importante, qualunque cosa accada è importante nell’accezione che indicavo prima vale a dire consente la costruzione di sequenze, qualunque cosa, naturalmente poco dopo incominciano ad acquisirsi elementi tali che possono riconsiderare le prime affermazioni, aggiungere cose, togliere però per questo sistema che chiamiamo linguaggio ciò che ha costituito l’avvio è come se non potesse togliersi. Un sistema logico non può ad un certo punto sbarazzarsi dell’assioma che gli ha consentito di costruire il suo teorema perché se toglie l’assioma toglie via tutto quindi non lo fa, e il linguaggio per lo stesso motivo anzi per un motivo più forte non può togliere ciò che lo ha costituito, ciò che lo ha avviato, non può levarsi di sotto le fondamenta per così dire e infatti non lo fa, questi elementi rimangono, qual è il loro utilizzo? Quello che hanno sempre avuto, costruire proposizioni, sequenze, ma certo nell’età adulta si possono mettere in discussione alcune cose che procedono da queste premesse generali ma ogni qual volta queste premesse generali per qualunque motivo vengono messe in discussione dalla ratio si genera un problema, una sorta di conflitto perché la domanda è questa: può un’argomentazione intervenuta successivamente mettere in discussione o addirittura eliminare ciò stesso che ha consentito al discorso, al linguaggio di avviarsi? Così d’acchito appare ardua una cosa del genere, è molto probabilmente quella sensazione che gli umani avvertono quando dicono che razionalmente non vogliono fare una certa cosa però di fatto sono come costretti a farla, ora la domanda che pongo è questa: questa costrizione viene proprio da lì? Cioè da queste prime istruzioni: quando una persona avverte una sensazione di questo tipo e cioè che razionalmente per esempio non vuole fare una certa cosa, andare in una certa direzione e invece qualcosa la costringe ad andarci questo che cos’è? Viene da queste prime istruzioni che hanno avviato il linguaggio oppure no? D’acchito verrebbe di dire di sì in quanto sono le più potenti che si possano immaginare, quelle che sorreggono tutto ma d’altra parte non è neanche necessario distruggerle, distruggere le fondamenta che il linguaggio ha posto per costruirsi, è sufficiente sapere di che cosa sono fatte, poi perché dovrebbero mantenere la loro potenza? È arduo che possano essere eliminati, sono quelli da cui si è costruito il discorso per cui di fatto tutta l’architettura del discorso è sostenuta da questi principi esattamente così come una costruzione logica, una dimostrazione per esempio tutta la sua architettura è retta dagli assiomi che sono stati stabiliti, tant’è che se si modificano gli assiomi crolla tutto, la logica più volte ci ha mostrato come funziona necessariamente la struttura del linguaggio e anche in questo caso non ha torto, una struttura non può eliminare ciò su cui è stata costruita, ciò che ha permesso la sua costruzione, nel caso di una dimostrazione logica un assioma certo o più assiomi nel caso del linguaggio sono le prime affermazioni sulle quali è stato costruito tutto …

Intervento: però eliminando queste immagini o almeno intendendo di che cosa sono fatte ovviamente non è che si elimina la struttura del linguaggio vengono solo riconsiderate ma anche eliminate queste immagini cioè non più utilizzabili perché se quella immagine rappresentava in un primo tempo una certa questione importante …

Un’immagine non è altro che un modo di rappresentare il primo enunciato, cioè il “questo è questo”, poi qualunque sia è irrilevante però questa immagine che in qualche modo si raffigura da questa prima asserzione può essere sostituita da altre certo ma è la prima asserzione che non può essere tolta, non può modificarsi nel senso che questo è questo non può togliersi dal linguaggio anche perché il linguaggio funziona così, cioè ciascun elemento linguistico è quello che è, ciascuna affermazione è quello che è cioè questo è questo, la dimostrazione ostensiva che viene fatta dalla mamma o da chi per lei al bimbetto che dice “questo è questo”, questo sei tu, questa sono io, questo è il nonno Pasquale non sono altro che dei modi in cui si configura una prima informazione che è necessaria al linguaggio per funzionare, appunto il questo è questo, un elemento è quello che è non può essere altro da sé, se lo fosse non ci sarebbe neanche la possibilità di costruire alcunché perché ogni cosa sarebbe assolutamente inafferrabile e inutilizzabile di conseguenza. Per tornare al sogno dicevamo che nella veglia invece è possibile mettere in discussione queste prime immagini che rappresentano il questo è questo perché magari vanno in conflitto con alcune altre cose, è possibile nella veglia, nel sogno no, nel sogno no perché non ci sono tutte le istruzioni che sono connesse con la veglia perché l’attenzione della veglia con tutti gli annessi e connessi è sospesa, ciò che rimane sono soltanto quelle prime immagini che configurano, danno forma in qualche modo alle prime asserzioni, queste prime asserzioni non è che siano sconnesse tra loro, non sono fuori dal linguaggio ovviamente quindi sono inserite all’interno di un sistema inferenziale però è possibile che queste connessioni non siano consapevoli come spesso accade anche nella veglia alle persone adulte, da qui l’impressione errata che si tratti di immagini sconnesse e slegate fra loro, non sono né sconnesse, né slegate semplicemente queste connessioni non sono state reperite ovviamente perché non c’erano neanche gli strumenti per farlo. Ciò che ha tentato di fare Freud in parte è ricostruire queste connessioni, in modo arbitrario ovviamente anche perché è difficile ricostruire connessioni avvenute trenta o quaranta, cinquanta anni prima, ricostruire quella scena con tutte le variabili presenti in quell’istante, è un sistema complesso il linguaggio e come tenta talvolta di suggerire la teoria del caos tutti i sistemi complessi sono imprevedibili, imprevedibili perché il computo di tutte le variabili possibili è per il momento impossibile, magari lo sarà un giorno quando i calcolatori saranno sufficientemente potenti da tenere conto di tutte le possibili variabili, tutte nessuna esclusa, tecnicamente non è impossibile praticamente lo è adesso, ma sia come sia non si tratta neanche di questo, di ricostruire, né è possibile il percorso a ritroso, anche con un calcolatore di straordinaria potenza che consideri tutte le variabili come può stabilire quali variabili sono intervenute in quel preciso istante, diciannove anni fa alle sette e quindici del 25 aprile, si sono perdute, si sono perdute perché magari di quella variabile non ne rimane traccia, è intervenuta in una sequenza ma apparentemente senza quel rilievo tale da conservarla, ora è anche possibile che la memoria chimica di cui siamo provvisti invece conservi tutte le informazioni, questo non lo so, anche questo un giorno tecnicamente sarà possibile e allora se questo sarà possibile allora sarà possibile effettivamente ricostruire tutto nei minimi dettagli però entriamo nella fantascienza, quindi anche se tecnicamente non è impossibile però per il momento non è fattibile. Ciò che ci interessa invece in questo momento è intendere il funzionamento di questa cosa che ci fa esistere e perché qualcosa permane e come interviene ciò che permane. Le prime informazioni dicevamo dunque, questo per riassumere, al pari di una costruzione, di una dimostrazione logica, cioè gli assiomi permangono e rimane traccia di questi assiomi per tutta la dimostrazione, tutta la dimostrazione è costruita su questi assiomi, l’esistenza di ciascuno è costruita da queste prime informazioni, da questi principi su cui si è costruito il linguaggio …

Intervento: lei prima accennava alla memoria chimica di ciascuno di noi … questa invenzione della memoria chimica è una costruzione che ormai è avvenuta all’interno del sistema per cui possiamo parlare di memoria chimica ma nulla di extralinguistico … questo per dire che il linguaggio è una struttura che funziona con una continua implementazione di elementi che gli umani si trovano a utilizzare e per esempio hanno una memoria chimica in questo momento, una memoria chimica che taglia fuori tutta una questione che è una questione costruita da inferenze, da sequenze che riguarda strettamente il funzionamento del linguaggio perché se no al momento in cui parliamo di memoria chimica possiamo intendere che cosa?

Ne parliamo esattamente come parliamo di un hard disk, allo stesso modo, è una questione che potrebbe essere interessante ma sicuramente non c’è una risposta immediata, se effettivamente la memoria conserva tutto, assolutamente tutto, è possibile perché no? Potrebbe farlo, in fondo può immagazzinare una quantità infinita di informazioni, però non lo fa, perché? Perché al linguaggio non gliene importa niente di conservare ciò che non ha rilievo cioè che non è utilizzabile per il suo funzionamento, per questo lo elimina, il linguaggio utilizza unicamente ciò che gli è utile per costruire proposizioni …

Intervento: però quando parliamo di posizioni logiche qualcosa che non è utilizzabile viene eliminato … però eliminato per sempre oppure rimane in una certa posizione per cui quando interviene una certa combinazione allora riproduce una sequenza?

Posso rispondere solo per quanto riguarda il computer, se una cosa viene eliminata per sempre oppure no, di fatto quando viene cancellata non viene eliminata rimane traccia, un’impronta che è possibile recuperare, ci sono programmi che recuperano file cancellati, si cancella definitivamente in un unico caso: quando viene scritto sopra qualche cos’altro, allora viene cancellato per sempre se no rimane, rimane come un’impronta. Per quanto riguarda il funzionamento del cervello non ve lo so dire se rimanga oppure no, non ci sono informazioni sufficienti per stabilire una cosa del genere, ciò che invece possiamo stabilire e che è la cosa che più ci interessa è che il linguaggio mantiene solo ciò che gli serve per funzionare, tutto ciò che non gli serve non lo usa quindi è inutilizzabile, poi che rimanga da qualche parte chimicamente questo non lo so …

Intervento: in una conferenza “La paura di non piacere” che ho trovato particolarmente interessante … lì si partiva da una certa fantasia lei diceva che la paura di non piacere è determinata da certe connessioni in auge nel codice nel programma in cui ci troviamo perché la persona necessita di essere riconosciuta, di imparare dall’altro che questo è questo, e lei parlava proprio in quella conferenza lì di posizioni e diceva che al momento in cui non ci sarà più la necessità di piacere all’altro, di essere interessante per l’altro, di costruire proposizioni a partire dal sapere, dal potere dell’altro, diciamo così, questa idea di essere importante per qualcuno, sarà in una posizione, lei diceva, da non essere più utilizzata perché sarà in una posizione talmente remota per cui non ci sarà più bisogno…già allora alludeva a una cosa di questo genere cioè rimarrà come posizione e lei anche l’ultima volta parlava delle immagini oniriche che mantengono il loro posto e per la connessione fra alcuni elementi a creare un sogno per esempio, oppure un sintomo isterico oppure quello che vogliamo, però è come se questa cosa non fosse cancellata permane ma in una posizione che non offre più quegli agganci, quelle possibilità di costruire proposizioni tali per cui ) permane finché ha qualche utilizzo qualunque esso sia non importa se non ha più per il linguaggio nessun utilizzo … poi che permanga in qualche anfratto questo non ci interessa minimamente (mi interessavano le posizioni logiche …

Questa è ancora un’altra questione, ciò che ci interessa sapere è che ciò che permane, ciò che il linguaggio può utilizzare non soltanto i principi da cui è partito ma qualunque cosa che viene a stabilirsi come una certezza permane, permane perché ha la sua posizione precisa all’interno della combinatoria e cioè come quell’elemento su cui è possibile costruire qualcosa, per cui è sempre utilizzabile …

Intervento: è cosa di tutti i giorni però ovviamente … lei diceva che molte sono le cose che … cioè le sente e poi un momento dopo le ha cancellate però se interessassero allora …

Sì perché allora c’è un aggancio, l’aggancio è sempre con qualcosa che all’interno del discorso è ritenuto essere vero, qualunque cosa si fermi all’interno del discorso che trovi un aggancio è perché questo aggancio si connette a qualcosa che nel discorso è ritenuto essere vero, una verità, quella verità che dicevamo la volta scorsa ha effetti terapeutici, effetto terapeutico vale a dire il dissolversi di qualunque questione, problema che poi si può manifestare come affanno, angosce, paure, timori, tremori di qualunque sorta, l’unica terapia è il reperimento della verità, una volta reperita la verità c’è il moto giubilatorio, si sente subito meglio; il reperimento della verità all’interno del linguaggio per il discorso si può configurare come il raggiungimento di un obiettivo naturalmente, qualunque esso sia, conquistare un fanciullino o vincere una guerra mondiale, è sempre e comunque il raggiungimento di un obiettivo, il compimento di una sequenza, di una catena la quale prevede quella conclusione perché le regole di quel gioco prevedono quella conclusione così esattamente come le regole del poker …

Intervento: infatti il malessere è proprio questo il fatto di non raggiungere una verità … qualche cosa di stabile …

Perché una persona o meglio un discorso costruisce delle sequenze che producono, che vivificano delle situazioni sgradevoli? Lo abbiamo accennato prima, queste situazioni sgradevoli sono quelle che comunque impongono una soluzione di qualunque tipo, ma impongono qualche cosa e questo è imposto dal linguaggio non dal discorso, il linguaggio impone che qualche cosa prosegua, che si proceda e cioè che si costruiscano proposizioni indipendentemente da fattori estetici o etici o morali, non importa assolutamente niente per cui costruisce anche sequenze che all’interno del gioco che si sta facendo possono apparire tragiche, nefaste o terrificanti, per il linguaggio tutto questo è totalmente irrilevante sono solo sequenze …

Intervento: è un appagamento di desiderio anche questo …

Se vogliamo radicalizzare la questione potremmo considerare che qualunque desiderio è sempre e comunque appagato, in ogni caso, desiderio inteso in un’accezione particolare vale a dire come ciò che muove il discorso in una certa direzione, quella direzione il discorso la raggiunge sempre e comunque in un modo o nell’altro perché il discorso non può non concludere anche se trova un ostacolo …

Intervento: sì però non consapevolmente ciò che vuole concludere magari …

Intervento: questo è dato dall’elaborazione secondaria è ovvio che uno che sta male non vuole concludere di stare male …

Ciò che vuole concludere non è sempre così immediatamente evidente, ciò che un discorso vuole ottenere non è sempre ciò che dice di volere ottenere, per esempio se sa di non poterla ottenere ma dice di volerla ottenere allora sì, sa che non la otterrà certo ma il fatto di potere affermare di volerla raggiungere ma non potere farlo, già questo è il raggiungimento dell’obiettivo, cioè giunge alla conclusione “quindi non posso perché non sono capace”, o perché non ho la possibilità, non importa per quale motivo però se il discorso va in una certa direzione comunque conclude e questa conclusione qualunque essa sia è il soddisfacimento del desiderio e cioè la direzione che il discorso ha preso …

Intervento: ma allora la nevrosi non dovrebbe sussistere …

Non dovrebbe, infatti non è necessaria però la nevrosi dicevamo che non è altro che una sorta di compromesso, al momento in cui il discorso si pone un obiettivo e cioè il compimento di una certa sequenza ha questo obiettivo, ma se parallelamente è stata costruita un’altra sequenza la quale sequenza apparentemente muove dalla stessa premessa ma raggiunge un obiettivo differente ecco che allora c’è quella cosa che si chiama nevrosi e cioè l’impossibilità di accogliere un elemento senza accogliere anche il contrario e questo per il linguaggio è un problema e di conseguenza anche per il discorso, e allora c’è quella sorta di arresto, di sospensione perché si trova di fronte a due soluzioni equivalenti ma contrarie, la nevrosi è fatta di questo: l’impossibilità di accogliere i due corni contraddittori …

Intervento: la psicosi toglie via un corno del dilemma perché deve proseguire sulla via della verità assoluta …

Sì, cancella uno dei due, la nevrosi no, permangono entrambi e per esempio il discorso ossessivo ne fa la caricatura con il suo dubbio perenne, perenne incertezza, è come se mimasse una cosa del genere però viene da lì e in effetti come dice giustamente Cesare non ci sarebbe nessuna necessità della nevrosi, se il discorso avesse la possibilità di sapere di che cosa è fatto e come funziona allora una situazione del genere non può crearsi. Tempo fa facevo l’esempio del bimbetto che deve raggiungere la marmellata, la marmellata è l’obiettivo, qualunque cosa ostacoli il raggiungimento della marmellata è un nemico, cioè il raggiungimento di un obiettivo comporta un problema perché comporta un gioco che non è possibile fare ché si contraddice, per avere la marmellata devo uccidere i genitori ma non posso uccidere i genitori perché se no rimango da solo, per esempio. Naturalmente occorrono come abbiamo detto altre volte due condizioni fondamentali, la prima è che la marmellata sia considerata il bene supremo, in questo caso una sorta di psicotizzazione cioè la nutella diventa prioritaria, come il caso dell’innamoramento, la seconda è che si supponga che non ci sia nessun altra possibilità per raggiungere la marmellata che l’eliminazione dell’ostacolo, date queste condizioni non c’è possibilità di uscita e allora c’è la nevrosi, il compromesso, come abbiamo detto si sposta dal genitore …

Intervento: conoscendo il funzionamento del linguaggio …

Tecnicamente elimino la possibilità stessa della nevrosi …

Intervento: perché tiene conto di ciò che sta costruendo …

Esattamente, si trova nella condizione di chi sa e non può non sapere che cosa accade costantemente, incessantemente …

Intervento: la responsabilità, solo continuando ad avere la responsabilità, avendo costantemente, automaticamente presente di essere linguaggio, ecco a quel punto lo psicotico necessita di far fuori i genitori …

Non aveva tutti i torti Freud, i bambini sono psicotici, se potessero farlo compirebbero delle stragi fortunatamente non hanno la forza né gli strumenti per farlo …

Intervento: consideravo cosa è stato costruito sul bambino questa tenerezza …

Il bambino non è altro che linguaggio senza ulteriori istruzioni, cioè segue unicamente le sue funzioni, se c’è un obiettivo da raggiungere si raggiunge, se c’è un ostacolo si elimina, è molto semplice …

Intervento: il luogo comune cosa ha costruito su questa questione se se ne parla e si traggono considerazioni è come se si scatenasse qualcosa …

I bambini sono diventati importanti nell’ultimo secolo o poco più, e cioè i bambini sono diventati importanti dal momento in cui sono diventati dei consumatori, indirettamente naturalmente perché non hanno reddito però dal momento in cui sono diventati consumatori allora si è incominciato a parlare di loro, sono diventati importanti, è diventata importantissima la tutela dei bambini, dei quali naturalmente non importa niente a nessuno però siccome producono, consumano, ecco che l’industria ha provveduto a farli diventare importanti così come fa diventare importante qualunque cosa che deve vendere, pensi al business che c’è intorno ai bambini da quando nascono a quando crescono, si gioca sul fatto che i bambini sono importanti per le madri generalmente quindi qualunque cosa si propina come benessere, salute del bambino la madre corre a comprare immediatamente quella cosa.