INDIETRO

 

 

3-8-2000

 

Cosa abbiamo detto? (si diceva che il nostro discorso non è funzionale al discorso occidentale, si parlava della direzione del discorso) Tenere conto quando si parla con la gente, Cesare mi ha parlato di una conversazione che possiamo riprendere con gli amici e ha avuto grosse difficoltà in questa conversazione e in effetti quando si parla con persone che sono prese nel discorso occidentale, è esattamente come parlare con uno psicotico e cioè con un a persona non ha nessun accesso ad altri pensieri al di fuori di quelli in cui si trova, qualunque altro pensiero non è accolto e non può essere accolto in quanto soltanto il suo è quello vero e quindi qualunque altro essendo necessariamente falso se è vero il suo, starlo a sentire non è altro che una perdita di tempo cioè non c’è l’eventualità che possa eventualmente essere vero perché ci sarebbe l’eventualità che allora il proprio potrebbe essere falso. (cioè neanche ascolta) no e quindi occorre tenere conto di questo aspetto cioè come parlare con uno psicotico, ciascuno parlando con una persona psicotica non si aspetta che l’altro intenda e faccia grosse elucubrazioni ecc. la stessa cosa dovreste pensare quando chiacchierate con una qualunque persona, questa persona che sia una persona colta, erudita oppure no, non cambia assolutamente niente può essere un nobile della letteratura o un ingegnere nucleare, un battilastra, o un bancario….è la stessa cosa, è un discorso psicotico, laddove il suo pensiero viene messo in discussione la reazione è psicotica, quindi inaccessibile, si infastidisce e il fastidio funziona da sbarramento per qualunque argomentazione, per cui non c’è più nessun modo di fargli intendere alcunché… (volevo accennare che sto leggendo il discorso “sopra i costumi degli italiani” dove parla proprio di questo) detto questo Cesare su cosa verteva quella discussione? Vediamo se riprendendo alcuni termini trarre qualche giovamento (verteva sulla disciplina, non c’è più pugno di ferro….vengono accolti extracomunitari… la limitazione della libertà non ci poteva più muovere e quindi invocavano l’uomo forte, la pensa di morte) lei cosa ha obiettato? (poco perché non lasciano il tempo per argomentare, se non ci fosse la televisione non ci sarebbero queste cose la paura del diverso, bisogna vedere come questa notizia viene data che crea questa psicosi… se io fossi il proprietario di una televisione potrei creare una psicosi dicendo che tutti i cittadini del vaticano sono assassini, io creo una psicosi, la veridicità di questa non può essere provata) se lei avesse una televisione e attaccasse il vaticano sarebbe destinato a chiudere comunque (potrei creare psicosi pur non essendo vere) ma generalmente viene sempre utilizzato un qualche episodio poi chiaramente se alcuni hanno bisogno di un governo forte per fare alcuni accordi economici, allora possono fare in modo che i delinquenti sbarchino in Italia per esempio sotto gli occhi di tutti (questi diceva che bisogna essere tutelati dalla stato) esattamente ciò che si diceva trent’anni fa rispetto ai meridionali, quando vennero su a lavorare alla fine (è un sistema questo che serve per l’integrazione, allora se io dico che tutti gli albanesi sono delinquenti e siccome degli albanesi ne ho bisogno, tutto il sistema economico ne ha bisogno perché per esempio le pensioni verranno pagate dagli albanesi… adesso hanno bisogno di questi extracomunitari e in questo modo posso essere messi sotto controllo in modo totale e quindi è una sorta di integrazione cioè si rende molto più veloce l’entrata nel sociale di questi, la questione del monopolio dello stato sul fumo) sì perché nel discorso occidentale il paradosso non è ammesso, per cui se c’è un paradosso deve essere eliminato, curioso eppure tutto il discorso occidentale è fatto di paradossi (non ci si accorge del paradosso e la direzione del discorso non cambia, allora è colpa dell’extracomunitario e paradossi che funzionano… sto riflettendo sulla direzione del discorso, di fronte a una questione di ciò che mi piace queste proposizioni sono legate e non se ne può usufruire in altro modo quasi che ci fosse la credenza che se se ne usufruisce il piacere svanisce… la questione del fastidio e del piacere sono le facce di una stessa medaglia… la direzione del discorso è data da ciò che io credo…) il piacere non è un’entità a se stante fuori dal linguaggio, quando si parla di piacere occorre intanto riuscire ad intendere cosa si sta dicendo (la sigaretta nuoce gravemente alla salute, come fare a eliminare questa proposizione? Cioè poter fumare senza porsi il problema che nuoce alla salute, cioè non mi pongo il problema perché mi piace ma nuoce alla salute cioè è vero che nuoce alla salute, in questo caso fumo perché nuoccia alla salute) tutto ciò che porta alla morte occorre eliminarlo ora la vita è ciò che porta la morte sicura, quindi occorre eliminarla… (però ciò che occorre eliminare è il bene e il male che comporta la sigaretta) sì in effetti come diceva Sandro non è tanto il fatto che ci siano grossi interessi per le multinazionali del tabacco ma il fatto che le persone credano ma è perché? è questo che ci interessa, cioè che credano che la sigaretta faccia male (a proposito di questo ciascuno deve trovare una giustificazione al proprio disagio e quindi gli extracomunitari, la sigaretta e tutte queste cose che fanno parte di una sorta di male condivisibile è in un certo senso qualche cosa di cui in un certo senso non sono più responsabile, ma l’idea di partenza è che il male giustifica il proprio disagio e a questo punto è qualche cosa che non mi riguarda più perché mi libera) sì la colpa è dell’altro eliminando l’altro elimino il disagio, (però l’idea di fondo è di rispondere a questo fastidio, rispondere a questa domanda in questo modo perché questo modo di rispondere riguarda tantissime cose, l’idea di essere persuasi da una cosa piuttosto che da un’altra è un po’ come diceva Leopardi gli uomini sono attratti dalle illusioni, è inutile a stare a dire il vero) sì è un po’ la posizione di Averroé, la doppia verità (questo bisogno di cui credere è qualche cosa che comunque tiene a bada, il linguaggio a questo punto diventa comune, cioè è uno strumento che mi permette di costruire qualunque cosa ma un qualche cosa che è vero) sì, il discorso psicotico o se preferite il discorso occidentale, è acerrimo nemico del paradosso, perché il discorso psicotico non scherza con le parole, le prende molto sul serio perché ciascuna parola o a ciascuna parola, meglio, corrisponde una cosa che parola non è e quindi scherzare con le parole è come mettere in gioco la realtà, la realtà delle cose, quella realtà delle cose che è stata una delle invenzioni più formidabili degli umani per togliersi di dosso la responsabilità di ciò che fanno, la realtà toglie la responsabilità per se è la realtà non posso far niente, ora giocare con le parole come fa il paradosso, dicevo è intollerabile nel discorso occidentale, nel discorso psicotico perché se preso alla lettera il paradosso elimina o quanto meno mette in gioco la realtà, mette in gioco la realtà e ciascuno immediatamente si sente solo e abbandonato e soprattutto responsabile di sé, senza più supporto e quindi a questo punto il proprio disagio occorre che se lo gestisca e non avrebbe più senso attribuirlo all’albanese o al finlandese o al tailandese o alla svizzero, tutti extracomunitari “il papa a pulire i vetri” fuori tutti… dunque dicevo questo aborrire il paradosso come una minaccia fra i peggiori, il paradosso viene accolto generalmente come un modo per divertirsi, i vari paradossi che facevano Russell o altri venivano accolti così sorridendo così come dire le cose comunque non stanno così, lui mostra il paradosso l’aspetto un po’ buffo della realtà ma la realtà è quella per questo non scherza con le parole, nel discorso psicotico come dicevo prima le parole sono una cosa seria, con cui non si gioca, noi invece giocando con le parole costituiamo una minaccia e come ciascuno di voi ha avvertito in vario modo, perché fin che si gioca è un conto però non si può andare oltre un certo punto, non si può giocare con la realtà, gioca con i fanti e lascia stare i santi, quindi altra cosa di cui tenere conto che non soltanto ci troviamo di fronte ad un discorso psicotico, marcatamente e schiettamente psicotico ma che il discorso psicotico aborre il paradosso, aborre tutto ciò che è il gioco linguistico, lo aborre necessariamente, questa è un’altra cosa di cui occorre tenere conto nel lavoro che stiamo facendo, nella costruzione di proposizioni che possano più facilmente approcciare il prossimo, questa è un’altra cosa di cui dobbiamo tenere conto nella costruzione di proposizioni, ora può essere utilizzato chiaramente il paradosso però come? Come generalmente fa la retorica, come un modo allegro per incominciare a mettere un piccolo mattoncino, è chiaro che poi il paradosso non può fermarsi lì occorre proseguire, uno formulazione come quella che dicevo prima “la vita come l’unica cosa che porta necessariamente la morte e quindi deve essere eliminata” può apparire una formulazione paradossale ma nessuno la prenderebbe sul serio appunto perché non si scherza con le parole, nel senso che possiamo anche dire che è possibile scherzare con le parole ma come dicevo prima fino ad un certo punto se questo gioco si protrae oltre un certo punto allora no, non posso, perché se giustamente una persona vuole eliminare tutto ciò che minaccia la sua salute, la sua vita cioè tutto ciò che potrebbe farlo morire, la vita è sicuramente ciò che lo farà morire, come sapevano bene gli stoici infatti gli stoici di tanto in tanto si suicidavano, secondo l’uso dei romani, puntavano la spada contro il petto e si scagliavano contro un muro, ora non usa più… Sì non era una legge ma molti usavano tra i romani soprattutto tra i militari era considerato un modo onorevole, un po’ come i giapponesi… Beatrice cosa pensa di queste cose che andiamo dicendo? La considerazione cioè di colui che si trova nel discorso occidentale è uno psicotico per esempio (che non occorre fare il verso allo psicotico, è difficile entrare nel suo discorso) sì, si diceva tempo fa che gli psicotici non consentono il transfert, quindi non c’è la possibilità di entrare in contatto, così come Cesare ha esperito (lo psicotico comunque aborre la leggerezza, ne è attratto ne è affascinato perché è quella cosa che per lui è impedita proprio, quindi quella è la via in un certo senso fra amici per esempio) è chiaro questa è una questione retorica poter utilizzare questa leggerezza (la leggerezza è qualcosa che ha a che fare con un carisma, è carismatica la leggerezza, non la superficialità… e lo psicotico ha la necessità di avvertire del carisma… leggevo il testo di Freud “la psicologia delle masse e analisi dell’io” la figura del capo, lui dice che anche un’idea funziona come capo, ecco l’idea in termini di astrazione capace di formare le masse ma anche non intesa in senso così estremo)la rivoluzione per esempio, nel sessantotto funzionava così come idea, come ideale (occorre che questo disagio si rappresenti, sembra un imperativo, occorre che ci sia un’idea che funzioni, è chiaro che si tratta della figura del capo, è un’idea che tiene insieme… la questione invece di questa assenza di idea funziona allo stesso modo di come durante la battaglia viene ucciso un capo, si crea il panico, perché? Se anche oltre l’uccisione del capo non è cambiato nulla si è trasformato tutto quanto, come dire ciascun elemento di questo esercito si sente immediatamente solo, questa paura della solitudine, nel modo in cui se ne parlava, l’idea di essere soli ha a che fare con la responsabilità, però in che modo, in che termini? Perché di fronte alla propria responsabilità può provocare in un caso il panico, se non panico possiamo chiamarlo disagio insopportabile) (la figura del referente) a vostro parere noi dovremmo combattere una cosa del genere o utilizzarla? (sarebbe affascinante utilizzarla, come in un’analisi, inizialmente funziona così cioè da lì funziona un discorso, la figura dell’analista come referente e da lì compiere un certo discorso, immaginare invece di combatterla) in effetti mentre lei diceva Sandro pensavo agli ultimi cinque o sei anni dell’associazione in effetti prima della Seconda Sofistica avveniva una cosa del genere, in qualche modo io funzionavo rispetto alla teoria come capo carismatico, ad un certo punto ho fornito ad altri degli elementi che invece non avevano, strumenti critici molto robusti e poi sempre più potenti come dire che ad un certo punto ciascuno si è trovato come incaricato ad essere lui responsabile di ciò che andava accadendo e questo ha disseminato il panico esattamente come descrive Freud, poi i tic sono sempre gli stessi, se il capo non c’è per vari motivo, che fa l’esercito? (era anche funzionale a ciò che diceva Verdiglione) la teoria di Verdiglione era costruita in un certo modo per cui fosse praticamente incomprensibile (ma c’era un particolare che era comprensibilissimo, quello del parricidio, e secondo me ha funzionato moltissimo questa rappresentazione) sì riusciva a convogliare il senso di colpa in un’unica direzione (questa storiella) invece fornendo tutti questi strumenti che abbiamo forniti, o perlomeno inteso in questo discorso, però ciò che è stato avvertito o quantomeno orecchiato era proprio questo che non c’era un capo ciascuno era libero di muoversi….scomparsi tutti quindi mi stavo chiedendo se ciò che lei andava dicendo fosse anche una indicazione per l’Associazione, per la ripresa che faremo ad ottobre, puntare direttamente ad una cosa del genere cioè pormi in questa posizione cioè creare dei seguaci, ci si può provare visto che facciamo un miliardo e mezzo di giochi perché no? (penso che la cosa peggiore per chi voglia persuadere ma massa è promettere la libertà) sì perché non ci sia mai, è po’ come il paradiso è sempre là (come dire siate i miei schiavi) è un modo certo per poter ritrovare altre condizioni perché poi chiaramente arriverà il giorno della liberazione in cui le persone dovranno necessariamente accorgersi che non è proprio esattamente così, provando questa altra volta a fornire strumenti diversi in modo che possano reggere l’impatto (mi dà l’impressione che sia una fantasia più che giocare un gioco) per quanto riguarda Beatrice? (per quanto riguarda Beatrice non posso parlare delle fantasie di altri) quale fantasia? (di potenza) “eritis sicut dei”, (distruggere) distruggere non ci interessa, però se attraverso questa via un po’ come talvolta accade, non sempre fortunatamente ma talvolta accade lungo l’analisi di sostenere per qualche tempo questo ruolo giusto perché la persona possa acquisire degli elementi e quindi cominciare a pensare, perché se la persona che viene in analisi ha l’assoluta necessità di un appoggio, glielo si leva, questa persona interrompe l’analisi e quindi non ci sarà nessuna opportunità per questa persona di intendere alcunché, inutile dire io non sono né il suo tutore, né il nonno, all’inizio dell’analisi è quello che cerca… (difficile lo svincolo) sì questa è la parte più difficile, per fare questo ci vuole una certa scenografia, avete presente la chiesa, una associazione così va bene per la ricerca intellettuale ma non giova al carisma, bisogna pensare il modo a questo punto non a conferenze ma ad una serie di eventi.